Il FTSE MIB è a un passo dalla fatidica soglia dei 25.000 punti, in piena salita.
Si tratta di un livello toccato solo parecchi anni fa.
Lo spolvero di oggi del settore bancario ha aiutato la buona performance dell’indice nostrano.
I segnali tecnici indicano tutti ancora rialzo.
L’S&P è sopra i suoi massimi storici di sempre e mentre scriviamo si trova a 3..373 . Una robustissima crescita che dura ormai da 9 anni e non accenna a fermarsi. Complici i tassi bassi e l’iniezione di liquidità degli ultimi anni, l’S&P insiste nel suo trend positivo e ci sono ormai 77.000 miliardi di titoli a tasso negativo.
Sembra insomma che l’investimento azionario sia l’unico possibile per fondi e investitori istituzionali.
Il Coronavirus è sotto controllo anche se continua a far paura.
Le elezioni americane di Novembre si prospettano come favorevoli per Trump che può contare su un economia a pieno regime.
Il Dax si trova a 14.749 ed ha superato la resistenza a 13.600 che durava da un po’.
Sembra insomma che vi sia una certa euforia sui mercati.
Anche lo Stoxx sembra ormai diretto ai 4.000 punti.
In questa situazione, così favorevole, bisogna prestare la massima attenzione perché la tentazione degli istituzionali di fare cassa è davvero fortissima. I dati macro non sono molto a favore di un trend così positivo, soprattutto i dati dell’industria italiana che sta vistosamente flettendo.
La volatilità è ai minimi.
Tra i singoli titoli sono all’attaco delle resistenze sui massimi Terna, Azimut, Amplifon, Hera, mentre Exor si è superata rompendo con facilità la resistenza a 6,484.
In odor di fusione Bper.
Anche Recordati ha rotto il suo massimo storico a 40.8 e Pirelli sembra ripartita. Resta in profondissimo rosso Ferragamo diretta verso i suoi minimi storici come Tod’s che scende fino a 37 ad un solo euro dal minimo di 36. La moda è stata colpita dal virus, ovviamente. Leonardo è alle prese con 11.9 , dura resistenza, mentre UBI ha spazio fino a 3.9.
Stiamo a vedere ma c’è troppa euforia.